BACCANTI

 

Fare schifo con gloria

 

In questo momento del mio percorso creativo mi sento sempre più chiamato da un aspetto specifico del teatro: il Dionisiaco. Sento il bisogno di indagare le forze più viscerali del teatro, strettamente legate alla nascita di questo rito: il Caos, la follia, l’animalità, l’asimmetria, la perdita del controllo. Nella mia ricerca sul Dionisiaco mi sono subito interessato a Le Baccanti di Euripide. Questo testo intercettava perfettamente il mio sentimento: la repulsione e allo stesso tempo il richiamo ineludibile che abbiamo, come società ed individui, per questa forza sommersa dentro di noi.

La norma restrittiva “anti-Rave”, ad esempio, fa precipitare nel presente più odierno la tematica del progetto, scoprendo l’estrema sensibilità della società attuale nei confronti della perdita del controllo. Un verso in particolare delle Baccanti risuona come un eterno ritorno Nietzschiano: “Anche se non lo vuole, questa città imparerà a conoscere i riti segreti di Bacco” (vv. 39-40).

Da uno studio teorico che parte da Euripide, Nietzsche ( “La nascita della tragedia”), Byung-Chul Han (“La scomparsa dei riti”) e Paolo Pecere (“Il Dio che danza”), e da questo richiamo dionisiaco, che voglio indagare attraverso il corpo, inizia il mio flusso creativo: immagino 3 performer donne che celebrano un rito di riappropriazione del proprio corpo, della propria sessualità e della potenza della follia teatrale.

Il luogo rappresentato è un mondo post apocalisse climatica, un deserto rovente ricoperto di plastica. Un mondo già perduto, bruciato, profezia funesta di un panorama su cui ci stiamo schiantando alla massima velocità. Le Baccanti che immagino sono figure antiche e iperfuturistiche, appartengono ad un immaginario che crea corto circuiti fra la tragedia greca e David Cronenberg, in frizione con il canone di bellezza occidentale: un popolo di amazzoni/raver semidivine che è sopravvissuto al futuro ricongiungedosi con la parte più antica e viscerale del loro essere e che si sublimano attraverso una danza furiosa ed estatica. Immagino, a titolo di esempio, la scena dello smembramento del Re di Tebe come un lavoro sul tema del capro espiatorio. Una scena di stupro di gruppo che risuona con i fatti di cronaca nera legati al mondo dei party, in cui però i ruoli uomo/donna vengono ribaltati. Il maschile viene detronizzato, violato e cannibalizzato. La performance sarà interattiva e sperimenterà sugli stati di trance/estatici tipici della danza nel contesto rituale, da mettere in relazione ad un immaginario futuristico, alla ricerca di crasi filosofi- che ed estetiche fra il concetto di Divino antico e la Virtualità odierna e futura. Il processo creativo prevede un’autorialità diffusa, in stretta collaborazione con le performer.

 

DENTRO LA RESIDENZA

 

VENERDÌ 15 MARZO
La Corte Ospitale, Rubiera
Giulio Santolini incontra i bambini e le bambine della scuola dell’infanzia di Rubiera.

 

16 MARZO, dalle 17 alle 19
La Corte Ospitale, Rubiera
Laboratorio per over 60
a cura di Giulio Santolini

 

MARTEDÌ 26 MARZO
La Corte Ospitale, Rubiera
Giulio Santolini condivide un momento della ricerca per Le Baccanti con alcuni spettatori e spettatrici di Rubiera.