L’ULTIMA FIGLIA
ideazione e regia Matilde Vigna, Anna Zanetti
testo Matilde Vigna
con Daniela Piperno, Matilde Vigna
dramaturg Greta Cappelletti
video Federico Meneghini
luci Umberto Camponeschi
suono Alessio Foglia
fonico Manuela Alabastro
consulenza scene e costumi Lucia Menegazzo
consulenza scientifica dott. Matteo Nobili
canzone originale spallarossa
produzione ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, La Corte Ospitale
con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna
-primo studio-
La scena inizia con una distesa di macerie: polvere, regolite lunare, i cocci della vita di prima, il suolo di un pianeta sconosciuto. Sotto questa coperta di macerie c’è la Figlia. Dopo un tempo si sente: “mamma?”. Prima pianissimo, come a chiamare la mamma senza disturbarla, poi sempre più forte, fortissimo, perché la mamma… non c’è più. Questo spettacolo non parla della morte, parla di noi dopo la morte. Di chi resta, e di chi “va in cielo” come ci dicevano da piccoli, e compie quel viaggio misterioso e incomprensibile per chi resta solo sulla terra. Questo spettacolo parla di una solitudine generazionale: Matilde ha 37 anni e non ha figli – per una menopausa anticipata, perché è omosessuale, perché non ha trovato un compagno stabile, perché la tecnologia che glielo permetterebbe anche da sola costa troppo, perché aderisce al movimento di estinzione volontaria… Questa Figlia non è più figlia, ma nemmeno madre, né mai lo sarà. Questo spettacolo parla delle responsabilità che sommergono, della grottesca burocrazia post-mortem, di un dolore che divora tutto e che riporta all’infanzia. La Madre però è sempre, ancora lì e ci accompagna in un fantastico viaggio interstellare, oltre la gravità terrestre fino ai buchi neri: un viaggio cosmico, scientifico, narrativo e visivo.