PENELOPE
scritto e diretto da_MARTINA BADILUZZI
con_FEDERICA CARRUBA TOSCANO
progetto sonoro dal vivo_SAMUELE CESTOLA
disegno luci e scene_FABRIZIO CICERO
costumi_ROSSANA GEA CAVALLO
consulenza artistica_GIORGIA BUTTARAZZI
aiuto regia_ARIANNA POZZOLI
curatore del progetto_CORRADO RUSSO
produttore e organizzatore generale_PIETRO MONTEVERDI
ufficio stampa_MARTA SCANDORZA
una produzione_OSCENICA
in coproduzione con_ROMAEUROPA FESTIVAL (IT) | PRIMAVERA DEI TEATRI (IT) | SCENA VERTICALE (IT) | PERGINE FESTIVAL (IT)
con il sostegno di_LA CORTE OSPITALE (IT) | TEATRO BIBLIOTECA QUARTICCIOLO (IT) | CARROZZERIE N.O.T. (IT) | TEATRO DEL GRILLO (IT)
anteprime e debutti nazionali
ROMAEUROPA FESTIVAL (IT 12.11.2022)
SINOSSI
Penelope è una donna sottoposta alle intemperie del tempo, conosce la propria intelligenza, ormai conosce se stessa, la saggezza che l’ha portata ad essere un’eroina di resistenza e determinazione. Conosce il suo corpo, conosce la sua lingua, sa parlare e ora parla riempiendo il suo deserto emotivo di parole che sono una prima persona singolare, un monologo. La bocca è la porta del corpo e della mente che dà sul mondo esterno. È il luogo da cui entra il cibo, da cui escono le parole. È frontiera, è limite. Ed è sulle labbra di un’attrice che prende corpo questa voce, questa donna, questo canto.
NOTE DI REGIA
Su quale tipo di storia abbiamo formato la nostra cultura? Ulisse il re dell’ingegno, l’astuto, il furbo, colui che, emblema dell’umanità curiosa e votato all’intelletto, usa la sua intelligenza per dominare la realtà. Penelope, invece, è una giovane donna, il suo apprendistato è lungo. L’attesa di Penelope, la sua resistenza non violenta di cosa ci parla? Perché ci parla in questo momento? Cosa le sta insegnando la compagnia di se stessa? Penelope non è la fotografia al negativo dell’eroico Ulisse, c’è nella sua resistenza qualcosa di vitale e profondo, la sua Odissea è smarrirsi, non in mare ma nel suo inconscio, un’immersione spaventosa nelle sue paure e nei suoi ricordi, un viaggio che le restituirà una donna matura, in contatto coi propri desideri e sentimenti. Penelope è una donna che è stata sottoposta alle intemperie del tempo, ormai conosce se stessa, conosce la propria intelligenza fine che l’ha portata ad essere un’eroina di resistenza e determinazione. Conosce il suo corpo, conosce la sua lingua, sa parlare e ora parla riempiendo il suo deserto emotivo di parole che sono una prima persona singolare, un monologo. La sensibilità di Federica Carruba Toscano e il suo straordinario talento sono il corpo e la voce perfetti per impersonare una donna così antica eppure dalle istanze modernissime. La bocca è la porta del corpo e della mente che dà sul mondo esterno. È il luogo da cui entra il cibo, da cui escono le parole. È frontiera, è limite. Ed è sulle labbra di un’attrice che prende corpo questa voce, questa donna, questo canto. L’allestimento, in dialogo con il disegno luci, sarà un’installazione dell’artista Fabrizio Cicero. Il silenzio dello spazio vuoto è il preludio all’eco che una voce solitaria può generare. La rifrazione e la ripetizione sono i concetti attorno cui costruire Penelope. Il vuoto al quale desideriamo dare corpo è diverso da quello dell’attesa, è la solitudine di chi prende coscienza, di chi non subisce più lo scorrere del tempo. In questo deserto, la voce di Penelope riecheggia nello spazio scenico. Il design del suono sarà curato da Samuele Cestola, attraverso piastre e microfoni che potranno amplificare e articolare le possibilità di ripetizione ed eco della voce. Come se fosse la performer stessa a creare un coro di voci, a generare un dialogo che a tratti potrà sembrare il frutto della sua immaginazione ma che, invece, interpella e riguarda tutte le donne. Uno sparpagliarsi di voce e dei pensieri che è necessario alla protagonista per potersi ascoltare in terza persona, per oggettivare il racconto e non naufragarci dentro.
MARTINA BADILUZZI
Regista, autrice e attrice classe 1988, vive e lavora a Roma. Negli ultimi anni si è dedicata allo studio dei linguaggi performativi, alla ricerca di un dialogo possibile tra la scrittura, l’interprete e la scena. Vincitrice del bando Registi Under30 della Biennale di Venezia 2019 per la direzione di Antonio Latella, realizza la regia dello spettacolo The making Anastasia.
Nel 2020 debutta al Roma Europa Festival la performance-concerto Rumori. Il progetto, nato durante la quarantena, è un’ibridazione tra la musica sperimentale del compositore Samuele Cestola e una raccolta di racconti ispirata dalla periferia di Roma scritta dalla stessa Badiluzzi.
Dall’autunno del 2021 è interprete del progetto teatrale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini “Avremo ancora l’occasione di ballare insieme”.