L’angelo della storia
concept e regia Sotterraneo
in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini
drammaturgia Daniele Villa
disegno luci Marco Santambrogio
costumi Ettore Lombardi
sound design Simone Arganini
graphic design Lorenzo Guagni
promozione internazionale Laura Artoni
produzione Sotterraneo
coproduzione Marche Teatro, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Associazione Teatrale Pistoiese, Teatro Nacional D. Maria II
contributo Centrale Fies, La Corte Ospitale, Armunia
col supporto di Mic, Regione Toscana, Comune di Firenze
residenze artistiche La Corte Ospitale, CSS Udine, Armunia, Centrale Fies_art work space
Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory, è residente presso l’Associazione Teatrale Pistoiese ed è Artista Associato al Piccolo Teatro di Milano.
“C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Questa tempesta è ciò che chiamiamo progresso”
Walter Benjamin
Da qualche anno abbiamo sviluppato una piccola ossessione: collezioniamo aneddoti storiografici in cui qualcuno compie un gesto assurdo ma capace di sintetizzare le contraddizioni di un’intera epoca. Azioni forse illogiche, insensate, che suscitano disprezzo o commozione, spaesamento o pietà – immagini deflagranti comunque, momenti della Storia che in una parola potremmo definire paradossali.
La nostra ricerca è rivolta a come trasfigurare questi aneddoti, a come metterli in risonanza gli uni con gli altri per costruire una “mappa del paradosso” che ripensi il nostro tempo con uno sguardo storico, alla ricerca di quella suggestione che Walter Benjamin definiva costellazione svelata.