Gli anni
di Marco D’Agostin
con Marta Ciappina
suono LSKA
luci Paolo Tizianel
collaborazione drammaturgica Chiara Bersani
promozione, cura Damien Modolo
organizzazione Eleonora Cavallo
amministrazione Federica Giuliano
produzione VAN
coproduzione Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e di Fondazione CR Firenze La Contrada – Teatro Stabile di Trieste
In via di definizione: Tanzhaus Zürich, Snaporazverein, Armunia Casiglioncello
sostegni Centrale Fies
Cercheremo il punto di vista del narratore benjaminiano, che è prima di tutto colui che ascolta i racconti altrui, e solo in seguito l’artigiano che conosce il mestiere per mescolare, ricombinare e riscrivere le storie che ha appreso. Osserveremo gli strumenti della narrazione prima di tutto in relazione al tempo, alla sua funzione specifica di stratificare progressivamente le memorie e di creare consequenzialità tra i fatti e gli eventi del corpo, generando affezione nei confronti delle cose.
Dedicheremo un tempo ad osservare come si possa affondare nel segreto, come in una disperata danza in mezzo a un banchetto festoso. Se anche sembrerà inappropriata, avrà l’effetto di una battuta non capita.
DIARIO DI VIAGGIO: IL RACCONTO DELLA RESIDENZA ATTRAVERSO LA VOCE E GLI OCCHI DELL’ARTISTA
Qual è per te il senso e il valore di uno spazio di residenza artistica?
“Per anni ho creduto che le residenze, essendo le occasioni e luoghi in cui noi artisti della scena di ricerca trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, dovessero essere delle case. Ora non sono più di questo avviso; anche se la corte ospitale, e nel suo nome c’è già questa idea di destino, di essere la casa dell’artista, si presta benissimo per la sua architettura e collocazione geografica ad esserlo, io credo che la residenza e le persone che la abitano debbano essere molto allenate a intuire qual è l’umore della compagnia o artista in residenza e viceversa, l’artista deve allenarsi a capire qual è l’umore dello staff che lo sta accogliendo. Questa dinamica deve essere assolutamente orizzontale, e a mettere l’uno a disposizione degli altri e delle altre, gli strumenti necessari a vivere quell’umore.”