Ahmen

 

 

una produzione Cromo collettivo artistico

 

idea e soggetto Cromo collettivo artistico
regia Tommaso Burbuglini
dramaturg Eleonora Pace
con Andrea Perotti e Valerio Sprecacè
voce registrata Asim Javed
tutor Roma Europa Festival, Eva-Maria Bertschy

 

spettacolo finalista del bando Forever Young 2024 de La Corte Ospitale
un progetto Romaeuropa Festival 2023 nell’ambito di ANNI LUCE_osservatorio di futuri possibili

in collaborazione con: Carrozzerie | n.o.t e 369gradi srl
corealizzazione residenze: Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare del Lazio
in network con: ATCL – circuito multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini polo culturale multidisciplinare regionale, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Cranpi

 

Sullo spettacolo
Il progetto Ahmen è nato traendo ispirazione dalla storia vera di un nostro amico, Asim. Arrivato in Italia dodici anni fa dal Pakistan, ancora oggi è alle prese con l’intricato ed esasperante iter burocratico indispensabile per ricongiungersi alla moglie lontana.

Una storia complessa, ricca di dettagli e zone d’ombra, che sin dall’inizio ha mosso in noi innumerevoli riflessioni e interrogativi. Quando ci siamo decisi a darle voce sapevamo già di addentrarci in un percorso delicato, in cui ogni singolo passo richiedeva un’accurata riflessione. Come si può parlare oggi di immigrazione senza scadere in moralistici luoghi comuni? Come ritrarre la condizione di un giovane che ha vissuto esperienze per noi inimmaginabili? Abbiamo il diritto di metterci nei suoi panni?

Nel lavoro di scrittura scenica sono emersi come centrali due elementi della storia: da una parte l’apparato burocratico che ostacola il protagonista, dall’altro l’incrollabile fede che lo porta avanti in questa lotta estenuante. Ne sono derivate altre tematiche più universali come immigrazione, sostenibilità economica, spiritualità, e ulteriori interrogativi: come si può rimanere indifferenti di fronte all’orrore? Quanto siamo lontani oggi dalla nostra emotività? Tutto questo dolore ci sta portando verso un’evoluzione?

In scena pochi elementi essenziali, evocano il mondo etereo e vaporoso di una favola. Viene rappresentata così, attraverso un apparente gioco candido e ingenuo, l’asfissiante routine di Ahmen, protagonista di questa storia. Lo osserviamo lavorare all’interno di un singolare ‘lavatutto’, dove, tra clienti assillanti, operatori telefonici sfuggenti e burocrati grotteschi, persegue disperatamente il suo unico obiettivo di ricongiungersi alla moglie. Incapace di far sentire la sua voce, nella speranza di un domani vicino eppure così lontano, lo seguiamo in un climax di assurdità e paradossi. A fare da contraltare a questa ambientazione sempre più dilatata e onirica, fatta di frustranti silenzi e vicoli ciechi, si staglia la voce di Asim, che attraverso la sua testimonianza nuda e cruda, ci guida e ci tiene con i piedi ben saldi a terra, raccontandoci con disincanto le storture di questa realtà.

 

Sulla compagnia
Cromo Collettivo Artistico si forma in Sabina nel 2020 come gruppo di ricerca nel campo teatrale e audiovisivo. Nasce dall’incontro di sette attrici/attori e un regista, tutti under 35, uniti dalla necessità di dare corpo e voce alle proprie istanze attraverso un’impronta autoriale. Sperimenta un processo creativo di drammaturgia collettiva e un linguaggio sensoriale, fatto di suono, colore, movimento e, quando diventa urgenza, parola.

Pone l’attenzione sul rapporto tra uomo e natura, lavorando in un territorio lontano dal centro urbano ed esplorando nuove idee, progetti, visioni, nell’ottica di ritrovare i ritmi di una dimensione a misura d’uomo.

2021: finalista a Strabismi Festival e Dominio pubblico con lo spettacolo iFake – l’obsolescenza dell’odio.

2022: produzione monologo teatrale “Ballata di Mino”, promosso dalla residenza multidisciplinare TerrArte 2022.

2023: semifinalista di Premio Scenario con lo spettacolo Edopo e inalista del bando Powered by Ref con lo spettacolo Ahmen, presentato in forma di studio al Roma Europa Festival 2023.

 

Diario di viaggio

Che cosa ha rappresentato per voi questo periodo di di residenza?
Da un punto di vista artistico questo periodo di residenza ha significato un giro di boa per il progetto Ahmen. Abbiamo avuto l’opportunità di immergerci in un contesto sano e sicuro dove far germogliare la ricerca e il gioco. Abbiamo seminato nuove possibilità e sperimentato nuove soluzioni che hanno incontrato un terreno fertile. Da un punto di vista umano ha significato un notevole arricchimento di punti di vista sul tema da noi indagato. L’occasione di incontrarsi e di instaurare un dialogo è stata un valore aggiunto, anche sul piano artistico, generando una spinta proposfitiva e stimolante.

 

Che cosa vi aspettate da Forever Young 2024?
Da Forever Young 2024 ci aspettiamo un’opportunità di crescita artistica e professionale e di accrescere e affinare il nostro progetto in un ambiente che valorizza l’innovazione e la sperimentazione. Siamo entusiasti di poter presentare il nostro lavoro al pubblico durante la presentazione dello studio, un’occasione preziosa per ricevere un riscontro immediato e significativo. Infine, ci auguriamo che questa esperienza possa aprirci nuove possibilità di visibilità e distribuzione, sia a livello nazionale che internazionale.

 

 

Forever Young è ideato e promosso da La Corte Ospitale di Rubiera, realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna e del Ministero della Cultura.