Per sempre (titolo provvisorio)
Alessandro Bandini

 

Testi tratti da I Trionfi – L’Amore – L’Amleto – Lettere di Giovanni Testori ad Alain Toubas scritte nell’anno 1959 – Dediche di Giovanni Testori ad Alain Toubas
Le canzoni Miissimo di me e Volpe d’amore
Dipinti di Giovanni Testori
Ideazione, creazione, drammaturgia e azione Alessandro Bandini
Drammaturgia dello spazio, del corpo e sguardo esterno Alessandro Sciarroni
Coach e sguardo esterno Tindaro Granata
Collaborazione alla ricerca, alla traduzione e assistente alla regia Ugo Fiore
Disegni luci Giulia Pastore
Styling Ettore Lombardi

 

PER SEMPRE è uno spettacolo sul bisogno di sentirsi amati incondizionatamente e sul dolore.
E’ un viaggio nella struggente e misteriosa storia d’amore tra Giovanni Testori e Alain Toubas, l’uomo che lo scrittore definisce come “la persona a cui ho voluto bene più che a tutti gli altri”.
E’ uno spettacolo sulla fatica di vivere. E’ una richiesta viscerale di poter amare.
E’ un grido per non essere dimenticato.
Il progetto nasce e si sviluppa dopo il lungo periodo di studio a cui ho preso parte l’ultimo anno, BAT_Bottega Amletica Testoriana, sviluppatosi intorno alla figura dell’artista Giovanni Testori.
In questo percorso da ricercatore, tra le diverse fonti con cui sono entrato in contatto, sono rimasto profondamente colpito dalla scoperta delle lettere che Giovanni Testori scrive all’amato Toubas dal marzo 1959, quotidianamente, per moltissimi anni.
Lettere scritte in francese ad oggi mai tradotte, trascritte, pubblicate.
Questa corrispondenza (fatta anche di disegni e cartoline) mette in luce un amore straripante e a tratti ricattatorio, un’umanità disarmante e inedita, un lato dello scrittore di Novate ai più sconosciuto.
E’ proprio questo il punto di partenza che ha acceso in me l’urgenza di dar voce e corpo a questa storia d’amore: la possibilità di poter rileggere parte dell’opera testoriana alla luce di tale relazione febbrile e di concedere allo spettatore un sguardo nuovo, originale e contemporaneo su un artista di tale caratura.
Per tracciare le tappe di questa tenera, disperata e conturbante storia, affianco ai suddetti materiali inediti, ho deciso di lavorare su: I Trionfi (opera poetica di Testori di grande potenza carnale e vertiginosa disperazione),
le dediche personali che Testori scrive nella prima pagina di ogni suo romanzo che regala ad Alain, alcuni passi tratti dal testo teatrale L’Ambleto, le didascalie di diversi dipinti che l’autore esegue ritraendo alcuni pugili
e le canzoni Volpe d’Amore e Miissimo di me (scritte da Giovanni Testori e cantate da Alain Toubas).
Il fulcro del mio lavoro sarà il confronto totalizzante con la parola testoriana: un corpo a corpo.
E’ una parola che deve incarnarsi profondamente in chi la pronuncia, è la lotta interminabile di un essere umano di fronte alle proprie paure.
Per questo motivo immagino lo spazio scenico come un ring, dove l’unico corpo che agisce è quello del perfomer: un luogo dove possa infiammarsi, contorcersi, vibrare e cantare la storia d’amore di Testori ed Alain.
Un ring dove le uniche armi che il perfomer ha sono il suo corpo, la sua voce e la parola.
La parola di Testori per me è materia fisica.
La sua ricerca linguistica è qualcosa di estremo, pericoloso e rivoluzionario.
Esige una presa di posizione di chi si trova a confrontarvisi.
È una parola che necessita di tempo, studio, sudore, fatica e libertà.
Chi la pronuncia diventa il solo e unico responsabile di un atto osmotico di corpo-parola.
La sua forza animalesca e allo stesso tempo sacra scolpisce materia nello spazio.
La parola, e quindi il corpo, diventano strumenti di conoscenza e, di conseguenza, diventano strumenti di una possibile trasformazione. In questo per me oggi la parola di Testori è rivoluzionaria.
I nomi che ho scelto che camminino al mio fianco sono artisti che stimo profondamente.
Sono persone che negli anni hanno tracciato un percorso che mi ha ispirato, con coraggio e desiderio.
Sono artisti tra loro diversi, ma con un amore, uno sguardo e una ricerca comune alla base di grande spessore e profondità: Alessandro Sciarroni per lo studio della drammaturgia dello spazio scenico e del corpo, Tindaro Granata per il lavoro sulla recitazione e l’interpretazione della parola di Testori e Ugo Fiore come collaboratore alla ricerca, alla traduzione e alla creazione.

Alessandro Bandini

Genovese, classe 1994.
Nel 2017 si diploma alla Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo Teatro di Milano.
In teatro collabora con registi quali Carmelo Rifici in Uomini e no (2017) e Macbeth, le cose nascoste (2020),
Antonio Latella in Bottega Amletica Testoriana (2024), Leonardo Lidi in Fedra (2021) e Come nei giorni migliori (2023), Alessandro Sciarroni in U. (2024), Socìetas Raffaello Sanzio in Edipo, una fiaba di magia (2022), Alessio Romano in Choròs (2022), Declan Donnellan in La Tragedia del Vendicatore (2018), Giovanni Ortoleva in Saul (2018) e La dodicesima notte (2023), Fabio Cherstich in Ubu Re (2021), Andrea Chiodi in Ecuba (2019).
Vince il il Premio Scenario 2019 con Una Vera Tragedia e il Premio Anna Pancirolli 2018 con Potrei amarvi tutti.
Prende parte a film quali L’uomo Senza Colpa (2021) di Ivan Gergolet, Rapito (2023) di Marco Bellocchio, SKAM5 (2022), Comandante (2023) di Edoardo De Angelis. Nel 2023 è nominato ai Premi Ubu nella categoria Miglior attore/performer under 35.




dal 7 al 13 aprile e dal 9 al 15 giugno