BIDIBIBODIBIBOO
uno spettacolo di Francesco Alberici
regia e drammaturgia Francesco Alberici
aiuto regia Ermelinda Nasuto
con Francesco Alberici, Daniele Turconi, Maria Ariis, Salvatore Aronica e Andrea Narsi
produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione
in coproduzione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa / CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia / Ente Autonomo Teatro Stabile di Bolzano
con il sostegno di La Corte Ospitale
Testo creato nel corso dell’Ecole des Maîtres 2020/21 diretta da Davide Carnevali
Finalista alla 56° edizione del Premio Riccione per il Teatro
Francesco Alberici (Premio Ubu 2021 come Migliore attore/performer under 35) traccia un ritratto al vetriolo della disastrosa situazione in cui versa il mondo del lavoro ai giorni nostri, raccontando le traversie di un giovane lavoratore: assunto a tempo indeterminato da una grande azienda, e forse preso di mira da un suo superiore, il ragazzo precipita lentamente in una spirale persecutoria che trasforma in un incubo le ore trascorse sul posto di lavoro.
Con grande tenerezza e dissacrante ironia, Bidibibodibiboo racconta le scelte e le rinunce, i sogni e le grandi paure di una generazione alle prese con un mondo del lavoro drammaticamente spietato.
La giuria della 56a edizione del Premio Riccione per il Teatro ha sottolineato come «con un’efficace e misurata composizione, l’autore riesca a raccontare con asciutta verosimiglianza ed efficacia, la caduta agli inferi aziendali del protagonista: attacchi, vergogna, licenziamento, omissione, liberazione.»
Note dell’autore
Mentre scrivevo volevo raccontare il modello delirante di cultura aziendale che si sta imponendo a livello globale, nel quale i lavoratori sono spinti a raggiungere standard che le stesse aziende definiscono con orgoglio “irragionevolmente alti” e ai dipendenti viene spiegato che quando “si arriva al limite”, a causa dei ritmi di lavoro implacabili, non resta altra soluzione che “superare quel limite”.
La precarietà riguarda ormai sia chi la sceglie deliberatamente, sia chi cerca di costruirsi una vita più stabile. Nessuno è indenne. I nuovi colossi globali del mondo capitalista non stanno ridisegnando soltanto le dinamiche del lavoro, ma anche delle nostre vite. Termini e concetti aziendali hanno invaso il nostro linguaggio – performance, competizione, miglioramento di sé, ottimizzazione – e ridefinito la nostra idea del tempo: ormai il tempo libero non è altro che tempo perso.
DIARIO DI VIAGGIO: IL RACCONTO DELLA RESIDENZA ATTRAVERSO LA VOCE E GLI OCCHI DELL’ARTISTA
Qual è per te il senso e il valore di uno spazio di residenza artistica?
Il valore aggiunto di una residenza è il suo essere deresponsabilizzante rispetto al tempo delle prove, permette più libertà e poi si passa tanto tempo assieme, quindi si crea un gruppo e fuori dal tempo in sala, spesso, nascono le intuizioni più belle”.