Miracoli Metropolitani

 

 

drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
con (in ordine alfabetico) Ambra Chiarello, Federico Gatti, Pier Luigi Pasino, Daniela Piperno, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Federico Vanni
musiche originali Massimiliano Setti
scene e luci Lucio Diana
costumi e attrezzeria Stefania Cempini
direttore di scena Giovanni Berti
illustrazione Federico Bassi
organizzazione Luisa Supino, Natascia Sollecito Mascetti
ufficio stampa Raffaella Ilari
una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’ Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Bellini
con la collaborazione del Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale” 2020

 

“Miracoli metropolitani si svolge all’interno di uno scantinato, una vecchia carrozzeria riadattata a cucina, specializzata in cibo a domicilio per intolleranti alimentari.
Fuori imperversa l’allarme di una guerra civile. Il mondo è diventato un luogo inaffidabile, intollerante e meschino dove anche la sanità e la scuola si stanno trasformando in istituzioni ogni giorno più decadenti e incuranti del futuro. Come se non bastasse, la popolazione è terrorizzata da un pericolo imminente: le fogne della città, ormai sature di inquinamento, spazzatura e rifiuti tossici, stanno letteralmente esplodendo raccontandoci un pianeta affaticato dalla nostra presenza irresponsabile ma, al tempo stesso, più metaforicamente, una società che sta per essere sepolta dai suoi stessi escrementi. Questi, infatti, prima di essere qualcosa di fisico e organico, sono il simbolo di pensieri e azioni malate, di un capitalismo culturale orribile, di un’umanità alla deriva dove la “merda” più che nelle fogne sembra annidarsi nei cervelli.
Miracoli metropolitani è il racconto di una solitudine sociale e personale dove ogni uomo, ma in fondo un’intera umanità, affronta quotidianamente quell’incolmabile vuoto che sta per travolgere la sua esistenza. Siamo di fronte al disfacimento di una civiltà, alla dissoluzione delle relazioni e dell’amore inteso in tutte le sue accezioni, all’azzeramento del ragionamento e del vero “incontro” a favore di dinamiche sempre più malate tra le quali un’insensata autoreclusione nel mondo parallelo di Internet, pericoloso sostituto del mondo reale. Il risultato è la più totale solitudine esistenziale, un’avversaria molto più temibile dell’Isis. Dopo Thanks for Vaselina e Animali da Bar, testi più esistenzialisti, e Cous Cous Klan, il più distopico, Miracoli metropolitani è invece quello più politico, in cui il calco umano e drammatico risulta essere più profondo. L’alimentazione, il rapporto con il cibo come forma di compensazione al dolore, come alienazione di un Occidente decadente e sovralimentato, sempre più distratto e imprigionato dai suoi passatempi superflui, la questione ambientale, la solitudine e la responsabilità: sono questi i temi attorno ai quali di sviluppa il mondo di Miracoli metropolitani. Un mondo stupido…uno spettacolo dove si riderà tanto, ma dove non si sta ridendo affatto.”

Gabriele Di Luca 

 

DIARIO DI VIAGGIO: IL RACCONTO DELLA RESIDENZA ATTRAVERSO LA VOCE E GLI OCCHI DELL’ARTISTA

Qual è per te il senso e il valore di uno spazio di residenza artistica?
“La Corte Ospitale è un luogo che per noi è anche rituale perché da molti anni, da molte produzioni veniamo qui per la prima settimana/dieci giorni di lavoro per poi spostarci a fare l’allestimento vero e proprio in altri teatri. […] Le residenze sono un aspetto fondamentale della contemporaneità teatrale. Sono nate con uno scopo ben preciso che è anche quello di diventare un luogo di pace, di tregua, nella frenesia produttiva un luogo soprattutto di ricerca. Chi meglio di Corte Ospitale può interpretare questa visione che è nata già da un po’ di anni in Italia. Qui ci troviamo in un posto isolato, silenzioso, dove si può veramente lavorare senza l’angoscia, la pretesa del risultato. È appunto un luogo di ricerca, di studio“ Gabriele Di Luca

 

 

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