Il principe Amleto
di Danio Manfredini liberamente ispirato all’Amleto di William Shakespeare
regia Danio Manfredini
aiuto alla regia Vincenzo Del Prete
con Guido Burzio, Cristian Conti, Vincenzo Del Prete, Angelo Laurino, Danio Manfredini, Mauro Milanese, Giuseppe Semeraro
adattamenti, composizioni ed esecuzioni musicali Giovanni Ricciardi
realizzazione maschere Danio Manfredini
disegno luci Luigi Biondi
sound design Giuseppe Lo Bue
collaborazione tecnica Lucia Manghi
costumi Enzo Pirozzi, Irene Di Caprio
produzione Danio Manfredini, La Corte Ospitale
coproduzione Theatre du Bois de L’Aune (BLA) – Aix en Provence (France)
con il sostegno di Espace Malraux, Scène nationale de Chambéry et de la Savoie – CARTA BIANCA (programme communautaire Objectif 3, Coopération territoriale européenne 2007 – 2013 France – Italie “Alcotra”) e Emilia Romagna Teatro Fondazione
un particolare ringraziamento a Anna Savoia; si ringrazia inoltre Cristiana Arena, Pasquale Biondi
Il Principe Amleto è al centro di questa messa in scena ispirata all’opera di Shakespeare.
Negli attimi finali della sua vita, Amleto rivede i passaggi salienti della vicenda famigliare ed esistenziale che l’hanno condotto alla tragedia.
La coscienza di Amleto si materializza sulla scena attraverso le immagini fantasmatiche che il teatro riesce a creare.
I personaggi appaiono tutti con maschere per volto, tra le luci irreali e il buio della scatola nera.
Sul palcoscenico della coscienza di Amleto ritornano le voci, e le musiche amplificano e traducono gli stati d’animo che ha attraversato nel corso della sua triste storia.
Prendono vita quadri in movimento che a volte sono ricordo, sogno, fantasia, evento alterato dalla mente …
Della vicenda del Principe soprattutto mi ha attratto il fatto che fosse un uomo di pensiero, di immaginazione e la teatralità del suo punto di vista. Questa messa in scena è stata un’occasione per esplorare i livelli che utilizza la mente di fronte al tentativo di districarsi nella realtà: come ripensa alle cose, se le racconta, le deforma, le cambia e ricostruisce un tessuto soggettivo del rapporto con il mondo.
Amleto ha una storia, e ogni uomo ne ha una, ma è come ci si rapporta alla propria storia quello che mi ha tenuto agganciato ad un testo scritto da secoli: il Principe fa dentro di sé un gran lavorio tra riflessioni e immaginazioni, congegna strategie e tattiche, soffre i suoi dubbi, patisce nel dolore e nella solitudine dell’isolamento.
Sono questi gli elementi che mi hanno avvicinato il testo di Shakespeare e reso contemporaneo.
Danio Manfredini