Piume
idea e interpretazione Elena Burani
aiuto regia Alice Roma
Prodotto con il sostegno di Fondazione Aterballetto
in collaborazione con L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna
Tra movimento e canto uno studio teatrale sulla femminilità e sul cambiamento.
Un viaggio attraverso le risorse e i dolori della solitudine, nell’altalena degli stati emotivi e dei mondi interiori di una donna in attesa. Un loop e il suo superamento.
Il lavoro indaga l’Attesa. L’Attesa ci lascia soli con noi stessi, in preda al tempo e alle profondità.
Nella delusione dell’aspettativa, ci sentiamo perduti, nudi e la solitudine diventa angoscia in spirali di pensieri che si incantano e toccano la depressione.
Ma allo stesso tempo può essere rifugio e rigenerazione: la solitudine porta libertà di essere come davvero vogliamo essere.
L’Anima a volte sa prendere curve impreviste e aprire spiragli sui nostri mondi interiori, improvvisare, giocare di immaginazione e trovare nuove risorse.
Come giocare con il ritmo e la danza o sognare di volare come un uccello.
L’evasione è un’uscita dalla realtà o è semplicemente una altra me stessa? È fuga o è libertà?
Essere libera di essere come sono senza doverti apparire come mi vuoi.
Ancora questa libertà è però carica della paura di non bastare a se stessi, di non riuscire ad “essere” senza…Gli occhi dell’altro, come specchio, ci restituiscono la nostra immagine.
Lo sguardo di chi amiamo disegna i confini del nostro “essere”.
Più di tutto l’indifferenza ferisce: essere trasparenti, essere invisibili, essere Soli.
Rimaniamo incastrati imprigionati in questa ossessione, la prigione della solitudine. Come un pozzo a cui raccontare le proprie sventure per poi accorgerci che ci rimanda solo il nostro eco e un profondissimo vuoto.
Il bisogno universale e umano di attenzione, cura, Amore ci riporta a cercare l’altro e scendere a compromessi con noi stessi per la sua attenzione.
DIARIO DI VIAGGIO: IL RACCONTO DELLA RESIDENZA ATTRAVERSO LA VOCE E GLI OCCHI DELL’ARTISTA
Qual è per te il senso e il valore di uno spazio di residenza artistica?
“[…] avere un luogo dove tutto è dedicato a questo momento (la creazione dello spettacolo, ndr), delle persone che stanno in ufficio che organizzano, che cercano i soldi, che fanno in modo che tu possa chiuderti in sala e starci dentro tutto il giorno per far venire fuori qualcosa… ti senti un privilegiato o forse ti senti normale. Ecco per una volta tanto ti senti nel posto giusto.”