Ilva Football Club
Una creazione di Usine Baug & Fratelli Maniglio
con Fabio Maniglio, Luca Maniglio, Ermanno Pingitore, Stefano Rocco, Claudia Russo
luci e tecnica Emanuele Cavalcanti
produzione di Campo Teatrale
con il supporto di IDRA Teatro (Brescia) e TRAC – Centro di residenza pugliese nell’ambito del progetto CURA 2022
Durata: 85 minuti
Sullo spettacolo
La ricerca
Nel 2022 un rapporto dell’ONU inserisce Taranto tre le zona di Sacrificio.
Le zone di sacrificio sono quei luoghi ritenuti sacrificabili in nome del progresso o della produzione di beni di consumo e “rappresentano la peggiore negligenza immaginabile dell’obbligo di uno Stato di rispettare, proteggere e realizzare il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile”. I più giovani in particolare sono vulnerabili agli effetti negativi sulla salute dell’esposizione all’inquinamento e alle sostanze tossiche che causano più di 1 milione di morti premature tra i bambini sotto i 5 anni.
Da qui parte la nostra ricerca.
ILVA FOOTBALL CLUB nasce da un dettagliato lavoro di ricerca: tutti i testi sono tratti da archivi storici, documentari e interviste fatte a Taranto. La compagnia ha avuto la fortuna di poter lavorare attivamente sul territorio anche grazie all’accoglienza della Cooperativa Teatrale Crest, situata proprio nel quartiere Tamburi di Taranto, e alla partecipazione di Pietro Pingitore in qualità documentarista e antropologo visuale.
ILVA FOOTBALL CLUB utilizza la narrazione calcistica (rendendola accattivante anche per i non calciofili) per raccontare la vita e la storia della città di Taranto, strettamente legata alla storia dell’ex Ilva: l’acciaieria più grande e più inquinante d’Europa.
Regia e drammaturgia
La storia dell’ex Ilva, della città di Taranto e dei suoi abitanti viene raccontata intrecciando due piste narrative che si riveleranno connesse.
La narrazione è guidata da un presentatore di un programma sportivo che, abbattendo la quarta parete, tra aneddoti e telecronache, racconta la storia della fantomatica Sidercalcio, alias Ilva Football Club: una piccola squadra composta da operai che, un po’ per fortuna, un po’ per talento e tenacia, sorprende tutto il Paese facendosi strada tra le più grandi squadre di professionisti, fino ad arrivare alla finale di Coppa Italia.
Un sogno che lentamente si scontra con la realtà, si sgretola, portandoci dentro il dramma della seconda pista narrativa.
Alla narrazione calcistica si intrecciano monologhi e momenti corali che compongono un’altra storia, più intima, la storia di “una famiglia Ilva” nata e cresciuta ai piedi del mostro, una delle tante colpite dal mostro. Questa storia racchiude la vita di molte famiglie di Taranto e allo stesso tempo la vita tante famiglie in altre città sacrificabili, città che sono esistite o che forse esisteranno tra 100 anni. Città con altri mostri, produttori di altre cose e generatori di altri mali che ci permetteranno di continuare a consumare al di là dei nostri limiti.
I due piani narrativi infine si ricongiungono per svelare il vero interlocutore della narrazione calcistica e la vera natura della leggenda Ilva Football Club: questa si rivelerà un’invenzione, una pantomima inscenata in una camera di ospedale, una fiaba della buonanotte da racc
In scena
Una composizione scenica basata su colori, materiali, luci e suoni dell’Ilva e del quartiere Tamburi. L’acciaio, il rosso delle polveri, il nero lucido delle cozze che non si possono più mangiare, le maglie da calcio che brillano di minerali dopo il turno in fabbrica o dopo una partita sul terreno inquinato.
I suoni incessanti delle macchine, degli altiforni. Le luci dell’Ilva di notte e i fumi grigi che coprono il paesaggio. Uno spettacolo visuale e immaginativo che intreccia diversi linguaggi teatrali : cinque attori si palleggiano le narrazioni tra racconti corali e coreografie, monologhi, immagini, telecronache, pubblicità e moviole. L’estetica calcistica si traduce attraverso quadri fisici in movimento, che sovrapposti a testimonianze audio, giocano con le doppie immagini e i significati. La realtà delle voci ascoltate incontra così la loro trasposizione teatrale fatta da attori e attrici che a Taranto non hanno mai vissuto.