Penso che dovresti parlarne con qualcuno

 

 

di e con Monica Nappo

 

 

“Il terreno su cui intendo durante la mia residenza è il rapporto madre figlia.
Di come cioè da figlie assorbiamo l’immaginario del femminile o i modelli comportamentali che il femminile ha, dalle nostre madri, per poi incarnarlo da adulte.
La maggior parte delle volte non siamo consapevoli di portare delle convinzioni passateci dai nostri genitori, cosi come da genitori non siamo consapevoli sempre delle convinzioni che passiamo ai figli.
A questo si aggiunge il fatto che la società, come entità a sé cambia molto più velocemente del nucleo familiare, molte volte. O di come i media ci vogliono far credere”. Monica Nappo

La ricerca di Monica Nappo prende il via da un laboratorio di comunità aperto a madri e figlie del nostro territorio: un laboratorio di scrittura in cui madri e figlie adolescenti possano nutrire il progetto con la propria testimonianza.”

 

DIARIO DI VIAGGIO: IL RACCONTO DELLA RESIDENZA ATTRAVERSO LA VOCE E GLI OCCHI DELL’ARTISTA

Qual è per te il senso e il valore di uno spazio di residenza artistica?
“La residenza alla Corte Ospitale, per quel che riguarda me è stata perfetta, perché io avevo bisogno di scrivere, quindi, di essere molto concentrata su me stessa e questo posto per me è stato l’ideale perché quando volevo prendermi i miei dieci minuti d’aria camminavo per la Corte e poi tornavo a scrivere. Dal momento che ha molte sale a disposizione per vari tipi di lavoro, io credo che sia il posto ideale perché ci si sente sostenuti, non c’è uno scrutinio su ciò che si sta facendo. Anche la restituzione (al pubblico) è stata una mia scelta perché mi serviva. Io avevo bisogno di sapere che avevo una dead line per dare qualcosa mi aiutava a produrre.”

 

 

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