VECCHIETTƏ
Nardinocchi/Matcovich

 

di e con Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich
maschere Fiammetta Mandich
videomaker Roberto di Maio
luci Roberto di Maio e Chiara Saiella
foto Simone Galli

 

Passa un secondo.
Un altro secondo.
Un terzo secondo.
Tre secondi, però, solo nostri.
Il tempo è passato come un messo con una notizia urgente. Ma è solo un paragone nostro.
Inventato il personaggio, fittizia la fretta,
e la notizia non umana.
[W. Szymborska, da “Gente sul Ponte” 1968]

Laura ha fatto 30 anni e si sente in ritardo. Su cosa? Di preciso non lo sa. Sulla vita, sui progetti, sulle aspettative, sui desideri che aveva e non è ancora riuscita a realizzare. Si sente stretta, soffocata dal tempo che passa. Ha fretta di arrivare. Ma arrivare dove? Quando aveva 6 anni poneva sempre le stesse domande a sua madre: cosa succederà quando muoio? Potrò ancora parlare? E pensare? Non ricorda le risposte, ma solo i pianti, il blocco alla gola, la paura. La paura del vuoto. La paura del tempo che passa. Laura ha fatto 30 anni e si sente già vecchia. Niccolò invece vive ancorato al passato, non riesce a staccarsi. Non riesce a liberarsi dagli oggetti – anche se rotti e inutilizzati – e dagli affetti – anche se lo hanno deluso, allontanato. Vive di ricordi e di nostalgia. Non riesce a programmare nulla, continua a procrastinare. Ha paura del futuro. Ha paura di diventare grande, anche se ha già 35 anni. Anche lui ha paura della fine, del vuoto. Una si sente vecchia, l’altro ha il terrore di diventarci. Entrambi si domandano allora come ci si senta ad esserlo davvero. Come facciano gli anziani a svegliarsi ogni giorno pensando che possa essere l’ultimo. Come facciano ad accettare di restare soli, di perdere le persone a loro care. Come possano convivere con un corpo che risponde sempre meno agli stimoli. Come riescano a convivere con la paura di morire. Da queste riflessioni nasce l’idea di lavorare a stretto contatto con la vecchiaia, per contrappore due generazioni spesso in conflitto, per dare un nuovo significato al tempo, per valorizzare il quotidiano, cogliendone gli aspetti più profondi, ma anche i più ironici e paradossali, raggirando la retorica. Riuscire a capire che tipo di futuro – personale e collettivo – si possa immaginare, proprio con coloro che alle spalle hanno un lungo passato, e per i quali il futuro diventa imminente, precario, confuso.

COMPAGNIA NARDINOCCHI/MATCOVICH 
Laura Nardinocchi, nata a Pescara il 2/12/1993, e Niccolò Matcovich, nato a Roma il 17/10/1989, sono due autori e performer.
Laura si forma al Corso Triennale Professionale per Attori presso l’Accademia d’Arte Drammatica Cassiopea di Roma concluso nel 2015 e poi, nella stessa Accademia, si diploma nel 2019 al Corso triennale di Regia e Dramaturg; Niccolò si diploma nel 2014 al corso di Autore Teatrale della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano.
Laura, con lo spettacolo Pezzi, vince nel 2019 il Roma Fringe Festival e Niccolò nel 2017 riceve la Segnalazione del Premio Hystrio – Scritture di Scena con il testo Trittico delle Bestie e nel 2023 vince la Menzione Speciale per lo stesso premio con il testo “Dittico della deriva”.
La compagnia Nardinocchi/Matcovich nasce nel 2020, quando Laura e Niccolò iniziano a lavorare insieme con lo spettacolo Arturo, vincitore del Premio Scenario Infanzia 2020, finalista al Premio In-Box 2021, vincitore del Premio della Critica al FringeMI 2022, vincitore del Premio delle Giurie di Direction Under 30 2022 e vincitore del Bando Life is Live – un progetto di Smart e Fondazione Cariplo.
Arturo ha attualmente una tournée di più di 120 repliche in tutta Italia; partecipa a molti Festival ed è inserito nella stagione di molti teatri.

 




Settembre / Ottobre