White out

 

 

Uno spettacolo di Piergiorgio Milano

 

produzione Torinodanza festival / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale ed Espace Malraux – Scène nationale de Chambéry et de la Savoie, nell’ambito del progetto “Corpo Links Cluster”
sostenuto dal Programma di Cooperazione PC INTERREG V A – Italia-Francia (ALCOTRA 2014-2020); Les Halles de Schaerbeek; La Caduta; Flic scuola di Circo di Torino
in collaborazione con ERT circuito Emilia Romagna Teatro, Fondazione Piemonte dal Vivo, Corte ospitale Rubiera, Teatro Asioli, Teatro Frida
con il sostegno di Compagnia di San Paolo, nell’ambito del Bando ORA! Produzioni di Cultura Contemporanea

Con il termine White Out nel linguaggio alpinistico si intende la perdita completa di riferimenti dovuta ad una condizione metereologica in cui la neve e le nuvole originano una distorsione nel riflesso della luce creando una apparente uniformità tra cielo e terra, e rendendo impossibile ogni tipo di spostamento in qualsiasi direzione.
Come offrire allo spettatore un’esperienza onesta della montagna mentre è seduto in platea di fronte ad una finzione?
Come portare la montagna dentro un teatro?
Non si può è stata la mia prima risposta. L’immensità non si può rinchiudere in una scatola.
Poi ho cambiato prospettiva; attraverso la lente della danza ho iniziato ad osservare la montagna per coglierne ritmi, le direzioni, i movimenti, le tensioni. Con il gusto circense del gioco, mi sono avvicinato alle sue tecniche proprie immaginando quali potessero essere riviste, sperimentate, stravolte e reinventate. Ed infine, prestando un’attenzione teatrale che andasse al di là del suo fascino naturalistico e storico e che mi portasse ad attribuire un nuovo significato alle sue immagini, ho cercato metafore che potessero unire la sua immensità con la realtà finita dell’essere umano.
Ho quindi deciso che affinché la montagna potesse apparire in tutta la sua potenza avrei dovuto sfruttare la sua assenza. Nell’alpinismo si definisce White Out la perdita totale di riferimenti con conseguente impossibilità di avanzare o retrocedere. Una condizione di stallo dall’aspetto gentile ma in realtà letale che può portare a conseguenze estreme. Così come chi decide di scomparire nel biancore sceglie un modo silenzioso per smettere di esistere; liberandosi dalla fatica di assicurarsi un posto nel tessuto sociale e cedendo il passo alla scomparsa definitiva.
Lo spettacolo vuole quindi reggersi su questa metafora, in cui il biancore che si crea nell’animo umano sia espresso dalla perdita di riferimenti di un alpinista avvolto in una bianca cortina in cui cielo e terra hanno lo stesso colore e dalla quale non può più uscire.

 

Qual è per te il senso e il valore di uno spazio di residenza artistica?
“… avere uno spazio in cui ci si possa veramente dedicare, concentrare, in cui le persone che ti circondano abbiamo un’idea chiara di cos’è la creazione artistica, di quali siano i suoi punti forti e i suoi punti deboli, di quali siano le sue esigenze e senti che non sei mai fuori luogo ma che nei momenti in cui tutto va bene così come nei momenti in cui tutto va male sai benissimo che chi ti circonda è cosciente e consapevole e quindi il sostegno che cerchi è reale nel fare il tuo mestiere, in questo senso dico che è un lusso che un posto come questo esista.” Piergiorgio Milano