Notte Bianca
di Tatjana Motta
regia Camilla Brison
con Daniele Natali, Alessandro Riceci e due attrici in via di definizione
produzione Sardegna Teatro, Teatro Stabile di Bolzano
con la collaborazione di Scena Verticale, Nuovo Teatro Sanità, La Corte Ospitale
Testo Vincitore del 55° Premio Riccione per il Teatro 2019
Una coppia di turisti piccolo-borghesi si accinge a consumare il Grand Tour o a bere il loro tè nel deserto con la facilità con la quale chiunque di noi può viaggiare dappertutto Ryanair o arredarsi Ikea in un pomeriggio. Il loro ospite è evidentemente straniero in casa sua. Il luogo dove la nostra coppia di protagonisti va a perdersi non è precisato, è una destinazione dove se non ti perdi c’è una chiassosa notte bianca e dove se ti perdi sei straniero tra stranieri in una periferia globalizzata più ancora del centro dei divertimenti, ma non per questo meno minacciosa, anzi. Naturalmente i nostri protagonisti si perderanno, prigionieri del loro bisogno di perdersi e del loro desiderio di ritrovarsi. E noi ci perderemo con loro. Seguiremo la loro avventura nel normale disguido turistico che li porta sempre più lontani dal centro. La difficoltà metterà alla prova il loro stare insieme per risolverla. Si separeranno. Si perderanno cercandosi a vicenda e noi ci perderemo con loro nella commedia. C’è una coppia dunque che fa un viaggio iniziatico, una sorta di viaggio di nozze non rituale che sembra un purgatorio della loro relazione, un purgatorio nel quale cadere all’inferno è sempre un’opzione possibile. E questo viaggio si fa in un paese straniero. Un paese dove la gente è ospitale e minacciosa, dove l’altro più è socievole e più ti spaventa, dove la gente ti affitta casa perché tu ti diverta e va a stare a casa d’altri ma poi casa loro è allagata e allora ti sistemano da un amico ma non mi fare una brutta recensione. Un paese evidentemente straniero e lontano. Come il nostro.
DIARIO DI VIAGGIO: IL RACCONTO DELLA RESIDENZA ATTRAVERSO LA VOCE E GLI OCCHI DELL’ARTISTA
Qual è per te il senso e il valore di uno spazio di residenza artistica?
“La cosa fantastica di Corte Ospitale è che io avendo avuto una figlia tre mesi fa, io non sapevo se sarebbe stato possibile fare una residenza artistica. Sono stati tutti gentilissimi, mi hanno dato tutto il tempo di fare esattamente quello che volevo, io non credo possa esserci un posto che possa supportare la creazione meglio di questo, soprattutto per quanto riguarda supportare una donna, madre, artista è incredibile.”