LA FUTURA CLASSE DIRIGENTE

 

drammaturgia e regia Caterina Marino
con Federico Brugnone, Sara Mafodda, Caterina Marino, Daniele Paoloni
costumi Accademia italiana
aiuto regia Marco Fasciana
ufficio stampa Antonella Mucciaccio
produzione 369gradi, Cranpi, La Corte Ospitale
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura
residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t, Humus artistə nel terriorio/IAC
Centro Arti Integrate, Teatro Biblioteca Quarticciolo
con il sostegno di ATCL Circuito multidisciplinare della Regione Lazio

 

“You have stolen my dreams and my childhood with your empty words. And yet I’m one of the lucky ones. People are suffering. People are dying. Entire ecosystems are collapsing. We are in the beginning of a mass extinction, and all you can talk about is money and fairy tales of eternal economic growth. How dare you!” Greta Thunberg

 

La futura classe dirigente non sa che il mondo che dovrà governare è sull’orlo del collasso. Impara la grammatica, l’inglese e nomi di città che tra qualche anno non esisteranno più.

La futura classe dirigente con molta probabilità non conosce telefoni che abbiano fili o tasti, è salita su diversi aerei nei primi anni di vita e ancora non sa di essere cruciale per il sistema pensionistico. O, chissà, forse qualcosa l’ha intuito.

“La futura classe dirigente” è uno spettacolo che prende in prestito le parole di bambini e bambine che hanno adesso tra i 6 e i 13 anni, interpellati su problemi che potrebbero essere lì ad attenderli tra qualche anno se gli adulti di oggi non intervengono.

È un esercizio di immaginazione su un futuro che non si prospetta roseo e un interrogativo aperto sulle nostre azioni del presente. Non vuole essere accusatorio, ma anzi saltare oltre il senso di colpa, raggirare la retorica e guardare più a fondo, verso le possibilità ancora aperte di prenderci la responsabilità del pianeta e di quello che succede nel mondo. Nonostante le difficoltà di comprenderlo, o la paralizzante sensazione di non poter cambiare le cose. Spostando lo sguardo da quello che ci è stato lasciato a quello che potremmo fare invece noi.
Fulcro del lavoro, difatti, è la responsabilità generazionale e la possibilità di tornare ad essere soggetti politici in un contesto sociale, fuori dall’individualismo e l’isolamento virtuale e fisico.

E’ uno spettacolo che vuole essere un atto di amore (un amore non rassicurante, ferino e complesso, ma comunque amore) verso esseri umani che non conosciamo, che devono ancora nascere, che abitano in altri continenti. Che ci chiederanno dove eravamo, o cosa abbiamo fatto per cambiare le cose. Che prima o poi decideranno anche per noi.
Esseri umani a cui tutto sommato nessuno ci chiede di fare attenzione, oltre l’ottica della performatività. Ha qualcosa a che fare con un famoso proverbio di un albero piantato, e un’ombra sotto la quale non avremo mai modo di sederci.
Anche perché, dicono loro, gli alberi non esisteranno più.

 

CATERINA MARINO

Attrice, co-fondatrice della compagnia Binario1310 con la quale arriva in finale al Premio Scenario Infanzia 2018. Nel 2021 vince la Segnalazione Speciale al Premio Scenario con un testo interamente scritto, diretto e interpretato da lei. Nel 2023 lo spettacolo è finalista In-Box e vince la Menzione Speciale della In-Box Generation.



25/10/2025 ore 20:30
Teatro Herberia















21/10/2025
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22/10/2025
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Caterina Marino
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25/10/2025
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