Futuro anteriore
con Antonio Anzilotti De Nitto, Matilde Buzzoni, Gloria Giacopini, Matilde Vigna
drammaturgia Margherita Mauro
regia Giulio Costa
produzione Ferrara Off
con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”
replica realizzata con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “PER CHI CREA”
Finalista Premio InBox e Premio Cervi 2020
Durata: 60 minuti
Biglietteria
FUTURO ANTERIORE è uno spettacolo sul futuro. Un futuro senza spade laser, alieni e tute spaziali, ma con girelli, apparecchi acustici e reumatismi. Partendo dall’idea che una vecchiaia diversa è possibile, lo spettacolo si propone di immaginare prospettive di terza età alternative, con anziani fuori dalle case di riposo, non più ai margini della società, né ai confini con la realtà.
FUTURO ANTERIORE nasce dall’idea che con il progressivo innalzamento dell’aspettativa di vita, un giovane di oggi si troverà verosimilmente a trascorrere quasi metà della propria esistenza nella cosiddetta età avanzata. Infatti, grazie alle continue scoperte e progressi in campo medico, scientifico e tecnologico, nel corso dell’ultimo secolo la speranza di vita è più che raddoppiata, passando da 31 anni di media a inizio Novecento a 71 anni nel 2014 – e si prevede che nel 2030 in alcuni paesi si arriverà addirittura a superare i 90 anni.
È da questo contesto di invecchiamento demografico che prende le mosse FUTURO ANTERIORE, che ha l’urgenza di riformulare il rapporto tra società e popolazione di anziani, e di farlo prima che sia troppo tardi e tocchi alla generazione under35 andare in pensione. Lo spettacolo si propone quindi come indagine collettiva sul futuro, dove un gruppo di giovani attori esplora in scena nuovi possibili scenari di invecchiamento, formulando strategie creative per il proprio geriatrico sopravvivere futuro. La domanda a cui si cerca di dare risposta non è più “cosa voglio fare da grande?”, ma “come voglio vivere da vecchio?”.
Una continua fluttuazione di stato, fra giovinezza e vecchiaia, autonomia e inettitudine, dovere e bisogno. E quattro giovani attori a rappresentare i personaggi che si inseguono sul palco, vestendo idealmente i panni ora degli uni, ora degli altri, in un continuo carnevale di emozioni, vivendo e trasferendo al pubblico la costante tenerezza che si genera – e talora sconfina in tensione – fra il bisognoso, non sempre consapevole del proprio stato (o disponibile ad accettarlo), e il soccorritore che presta assistenza e talvolta, per frustrazione e sconforto, si intristisce o va in collera.
In platea si ride, si sorride e si riflette. È uno spaccato di vita quotidiana quella messa in scena al Teatro Off di Ferrara, un’opera che affronta il delicato tema della vecchiaia, della perdita di autonomia e della conseguente necessità di accudimento che genera tensioni emotive fra chi avverte il dovere di prestare aiuto e colui che talvolta, per inconsapevolezza o rifiuto della propria condizione, quel soccorso respinge. Fra il pubblico, con un sorriso velato di malinconia, si assiste alla perdita di coscienza dell’anziano e alla perdita di pazienza del giovane. Ma i ruoli si scambiano di continuo sul palco, fra gli interpreti, e si ribaltano le situazioni, con l’anziano che rinsavisce e il giovane che repentinamente invecchia, a emulare l’imprevedibilità della vita, il continuo ribaltamento di stati a cui ciascuno è esposto e dunque a sottolineare anche l’instabilità – oltre alla caducità – del nostro essere e insieme la fragilità della vita.
Costa, Mauro e i quattro interpreti riescono a dipingere un quadro pieno di dolcezza e consapevolezza su un’età che può essere difficile e dolorosa, per chi la vive e per chi è vicino. Riescono a farlo facendo “passi indietro” da loro stessi, giocando e relativizzando le varie età, passando dall’una all’altra in un flusso ininterrotto, proprio come in fondo accade nella vita. Nel tempo di un ballo o di una battuta il figlio è diventato anziano, la vecchia madre l’accudisce. Tutti vivono tutte le età e tutti i ruoli, fino all’epilogo, da vivere – comunque – insieme. C’è commedia, c’è poesia e c’è spazio anche per una critica alla volontà crudele di rimanere sempre giovani, sempre uguali a sé stessi, perché gli anziani non sono persone inutili che non hanno nulla da dire.
Gloria Giacopini è un’attrice e regista diplomata alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Ha lavorato con maestri come Rossella Falk e Veronica Cruciani, ed è autrice e attrice di cortometraggi e spettacoli teatrali premiati.
Matilde Vigna, diplomata al Teatro Stabile di Torino sotto la direzione di Valter Malosti, è vincitrice del Premio UBU 2019 come miglior attrice under 35 e collabora con compagnie e registi di rilievo.
Antonio De Nitto, laureato in Psicologia e formato alla scuola di recitazione “SMO”, ha diretto e interpretato spettacoli premiati come “Rukelie” con la compagnia Macondo e ha collaborato con il Teatro Orfeo di Taranto.
Matilde Buzzoni si è formata presso il Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara e Ferrara Off. Attrice in spettacoli teatrali, collabora con compagnie di danza e arti performative, e studia “Progettazione e gestione del turismo culturale” all’Università di Padova.
Giulio Costa, regista teatrale laureato in Architettura e specializzato con Luca Ronconi, ha scritto e diretto numerosi spettacoli premiati. Ha assistito alla regia di importanti registi e ha lavorato come scenografo e drammaturgo.
Margherita Mauro, autrice, drammaturga e traduttrice laureata allo IUAV con un Master presso la Kingston University, ha scritto opere teatrali, pubblicato articoli di critica e tradotto testi premiati come “When the rain stops falling” di Andrew Bovell.