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Un popolo di santi, poeti, navigatori e puttanieri
Di e con Giuliana Musso
E con “Igi” Gianluigi Meggiorin
Regia Massimo Somaglino
Collaborazione al soggetto Carla Corso
Suono e luci Claudio Poldo Parrino
Produzione La Corte Ospitale
20th ANNIVERSARY TOUR!
«Le prostitute si possono chiamare in molti modi.
I clienti si chiamano clienti»
Affresco di una società contemporanea vista da una particolare angolazione, quella del sesso a pagamento, lo spettacolo vede Giuliana Musso dar voce ed anima a sei personaggi, quattro uomini e due donne, che, visti in sequenza, formano un quadro di contemporanea umanità, complessa, multiforme, ridicola (sebbene mai parodistica).
Dino, simpatico pensionato, nostalgico delle case chiuse.
Vittorio, agente di commercio, il cliente perfetto.
Monica, moglie e madre, fiera rappresentante della sua categoria.
Silvana, esperta professionista del sesso.
Igor, ventenne, magazziniere, appassionato di lap-dance.
Sandro, imprenditore nordestino alla ricerca di qualcuno con cui parlare.
Hanno tutti in comune due cose: appartengono alla cultura del nord-est (terra di campanili e lap-dance) e trovano soddisfazione ai loro bisogni e ragione alle loro paure nel variegato e complesso mondo dei rapporti sessuali a pagamento.
La musica originale suonata dal vivo da Gianluigi Meggiorin offre allo spettatore lo spazio per ascoltare ciò che non si può raccontare, è sostegno e contrappunto alla stupefacente credibilità dei personaggi. L’interazione tra personaggi, musica e pubblico in sala, direttamente coinvolto dagli interpreti, ha fatto di questo spettacolo un piccolo fenomeno teatrale in sospeso tra il cosidetto “teatro civile”, e il cabaret.
“Cosa spinge milioni di uomini a cercare sesso mercenario? Dei clienti, del loro bisogno di sesso a pagamento, sappiamo molto poco, mentre delle prostitute sappiamo generare facili e trancianti definizioni. Entrambi, clienti e sex workers, parimenti, giocano la loro indispensabile parte, quella della domanda e dell’offerta ma sono i soggetti del più grande preconcetto moralistico di tutti i tempi: il cliente, che rappresenta il bisogno di sesso mercenario è assolto da ogni peccato mentre chi risponde alla richiesta, offrendo prestazioni sessuali a pagamento, sprofonda rapidamente all’inferno. Nel mezzo ci siamo noi, tutti noi, ancora incapaci di sovvertire del tutto l’ordine del nostro giudizio. Dal 2003, anno di nascita di questo testo, ad oggi, il mercato del sesso in italia si è trasformato, l’offerta è più clandestina e dunque più esposta ad abusi e i crimini, mentre non si è ridotta, sotto forma di proposte-leggi dello Stato, la voglia di ridurre la libertà di chi si prostituisce, e di limitarne i diritti. Sexmachine non ci parla del lavoro più antico del mondo ma del paradosso più assurdo del mondo.”
Giuliana Musso