INCENDI

Progetto Primavere – secondo capitolo

 

di Fabrizio Sinisi
con Alessandro Bay Rossi, Dario Caccuri, Marina Occhionero, Luca Tanganelli
regia Mario Scandale
luci Camilla Piccioni
video Leo Merati
assistente alla regia Marialice Tagliavini
produzione La Corte Ospitale, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico

Il primo capitolo del Progetto Primavere è La Gloria, lo spettacolo vincitore di Forever Young 2019/20, candidato ai Premi Ubu 2021 come miglior testo italiano o scrittura drammaturgica.

Alessandro Bay Rossi e Marina Occhionero sono candidati ai Premi Ubu 2021 nelle categorie Miglior attore o performer under 35 e Miglior attrice o performer under 35.
Alessandro Bay Rossi è premio Ubu 2022 come Miglior attore under 35.

Dopo La Gloria, ambientato a Vienna e incentrato sulla vicenda del giovanissimo Hitler e delle sue ambizioni artistiche, il secondo capitolo della trilogia s’intitola Incendi, e si svolge a Berlino all’inizio degli anni Trenta. In una sera di gennaio, la giovane Sabine arriva dalla provincia austriaca in una Berlino gelida e innevata per iniziare l’università. Incontra un ragazzo, Marinus, che le offre un alloggio e la propria amicizia. Appena arrivata nella Facoltà di Lettere, Sabine si lega anche a due sovversivi studenti: Helmut e Ralf. Le sue giornate passano così tra Marinus,  il gentile e malinconico amico che nutre un’ossessione per il nuovo cancelliere, e gli eccentrici Helmut e Ralf, che predicano l’avvento del nuovo e l’importanza del superuomo. Potrebbe essere una storia come tante. Però non lo è: il giorno del suo arrivo a Berlino è infatti il 30 gennaio 1933 – l’anziano presidente Hindeburg ha appena nominato cancelliere Adolf Hitler, capo del partito nazionalsocialista. Helmut e Ralf non sono solo due esteti: sono anche membri di spicco della Gioventù Hitleriana. L’amico Marinus è in realtà Marinus Van der Lubbe, un giovane comunista ritenuto il presunto autore dell’incendio del Reichstag. Sabine si ritrova così a vivere e formarsi in una Berlino teatro di inquietudini, fantasmi e desideri, al bivio tra la sfrenata libertà della Repubblica di Weimar e la cupa tragedia dell’inferno nazista. La Berlino dell’ascesa di Hitler, dove chiunque è costretto a schierarsi da una parte o dall’altra: quale sarà la scelta di Sabine?  Incendi è un’educazione sentimentale al contrario, un romanzo di formazione su una gioventù smarrita e crudele. Un’indagine sulla seduzione della violenza che percorre ogni società, compresa la nostra. La storia di quattro ragazzi, quattro diverse declinazioni del vuoto esistenziale che spinge l’essere umano ad aggrapparsi tenacemente a degli ideali e a identificare un nemico. Ma quali sono gli ideali giusti? E chi sarà, alla fine, il capro espiatorio, la vera vittima sacrificale di questo tempo?  

Dopo La Gloria, Sinisi e Scandale realizzano con Incendi un secondo capitolo volto a indagare quel fragile territorio di frontiera che è la giovinezza e la sua relazione, ora come allora, con il mondo esterno: le potenti dinamiche genitoriali da troncare e gli altrettanto potenti movimenti politici e sociali in cui si è immersi, movimenti che influenzano scelte e cambi di direzione e che a volte possono essere fatali.





RASSEGNA STAMPA

Simone Nebbia - Teatro e Critica "L’estrema pulizia della regia e della recitazione permette una riflessione profonda sul confine tra scelta e rassegnazione, tra esaltazione e vitalismo, conservando però una conturbante nota di sensuale ambiguità che evidenzia il legame irrisolto tra la natura umana della disumana violenza e l’erotismo del potere, in cui l’educazione alla sopraffazione non è un atto di crudeltà ma gaudente manifestazione della supremazia, dell’evidenza del presente

Davide Sannia, KLPCon immutata qualità, “Incendi” prosegue nel raccontare l’universo nel quale prende vita il nazismo. Ma lo fa da un punto di vista particolare, precedente ai fatti che tutti conosciamo (almeno fino a questa seconda parte) e con una scrittura, merito di Fabrizio Sinisi, davvero eccellente. […] Una performance ben recitata da un gruppo di giovani attori calati in ruoli complessi e diretti con sapienza da Mario Scandale, che affida agli interpreti la quasi totalità dello spettacolo in assenza di ulteriori elementi scenici significativi









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